La Carta di Amalfi (e la sua antica tradizione e realizzazione) è stata una delle attività economiche più importanti che gli amalfitani hanno condotto parallelamente al commercio e alla pesca.
Si tratta di un prodotto fatto a mano, nella “Valle dei Mulini di Amalfi”, unico e pregiato, la cui realizzazione è cominciata tra il 1100 e il 1200, quando gli amalfitani, da sempre in stretto contatto con i porti del mediterraneo orientale, si dimostrarono abili ad apprendere quest’arte non autoctona (ad importare la carta in occidente erano stati gli arabi, che a loro volta avevano imparato le tecniche di lavorazione e di produzione della carta dai cinesi).
Amalfi aveva tutto quello che era necessario per eccellere in quest’attività:
- le materie prime: acqua, cenci di lino, cotone e canapa;
- l’energia per far funzionare le cartiere (in un’epoca in cui l’elettricità non esisteva ancora, fu utilizzata l’energia idraulica ricavata dal fiume Canneto, sulle cui sponde si sviluppava la Valle dei Mulini, appunto).
Verso la fine del ‘700 tale valle contava circa 16 cartiere che si nascondevano tra agrumeti e cascate d’acqua, uno scenario surreale che attirò artisti e poeti accorsi da tutte le parti del vecchio continente per immortalare la bellezza di questo luogo.
La produzione della carta fu molto diffusa anche nelle valli di Maiori e Minori che, insieme ad Amalfi, ancora oggi conservano numerosi resti di questa attività, luoghi suggestivi che si possono incontrare durante le escursioni nella parte alta della costiera.
Il tramonto della produzione cartaria fu dovuto al passaggio dalla lavorazione a mano alla produzione meccanizzata; per adeguarsi alle tecniche della rivoluzione industriale sarebbero serviti ingenti capitali, che le famiglie impegnate nella produzione cartaria certamente non possedevano. Di conseguenza fu solo la politica protezionistica borbonica a salvaguardare la produzione a mano fino alla metà dell’Ottocento, prima dell’inevitabile declino.
Nel 1954, poi, una disastrosa alluvione distrusse la maggior parte delle cartiere amalfitane, lasciandone attive solo 3. Questa tradizione secolare stava così scomparendo del tutto, ma le sorti di questa antica attività si risollevarono pian piano, grazie a storiche famiglie di cartai, come gli Amatruda, che decisero di riprodurre e riproporre di nuovo la “carta di pregio”. Oggi la Carta di Amalfi è un must:
- nell’editoria, nella scrittura (molto richiesta per occasioni importanti e per la pubblicazione di eleganti opere letterarie),
- nella realizzazione di diversi prodotti conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo, come le partecipazioni di nozze,
- ed è ancora usata dallo Stato Vaticano per la corrispondenza.
Il Museo della Carta si trova ad Amalfi in Via Delle Cartiere, 23/24. Il museo è stato ricavato all’interno di una ex cartiera e durante la visita guidata è anche possibile assistere alla realizzazione di fogli fatti a mano e vedere in azione gli antichi mulini azionati dalle acque del fiume Canneto.
Per raggiungere il museo:
- a piedi, da Piazza Duomo, è necessario camminare per circa 8 minuti, attraversando tutto il centro storico, ed utilizzando sempre: Via Lorenzo D’Amalfi (l’ultimo tratto è un po’ in salita).
- In auto il percorso è lo stesso: di conseguenza bisognerà quasi sicuramente chiedere ai vigili (prima di imboccare Via Lorenzo D’Amalfi) se l’accesso al centro storico è consentito al fine di raggiungere il museo.
Per gli orari di apertura e chiusura del museo è possibile consultare il sito ufficiale cliccando qui:
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